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Scegliere le Proprie Battaglie, Partecipare ai Dibattiti per Soluzioni Più Giuste e Ambiziose – Giugno 2024

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Viviamo in un mondo sempre più complesso in cui “il meglio è nemico del bene“, la ricerca della perfezione in un settore può danneggiarne un altro.
Pierre Dac, completando questa massima di Montesquieu, aggiunse “e il peggio è amico dell’eccesso“.

Paradosso climatico: la riduzione dell’inquinamento genera un aumento del riscaldamento globale

Secondo un articolo di France 24 (aprile 2024): “Diversi studi scientifici hanno recentemente confermato il ruolo svolto dalla diminuzione dell’inquinamento atmosferico (in particolare CO2 e particolato fine dannoso per la salute) negli ultimi 30 anni nel cambiamento climatico. Tuttavia, l’entità del fenomeno divide ancora la comunità scientifica .”

Vi rassicuro, questo articolo non è complottista né cerca di invalidare gli sforzi insufficienti fatti per ridurre le emissioni di CO2 e inquinanti negli ultimi 30 anni, poiché la riduzione aumenta il riscaldamento globale. No, conferma che dobbiamo ridurre l’inquinamento, perché ha anche un effetto disastroso sulla salute. Tuttavia, riflette semplicemente che viviamo in un mondo complesso in cui le soluzioni, sebbene semplici da esprimere, generano implicazioni di secondo e terzo livello, rendendo il processo decisionale ancora più difficile per ognuno di noi.

Ingiunzioni contraddittorie o paradossali

Il nostro mondo complesso rivela molte contraddizioni che generano frustrazioni, incomprensioni e ansie di fronte all’incapacità di interpretare la strada giusta. Questo lascia ancora la scelta di ignorare un’ingiunzione rispetto a un’altra. Ma quando queste ingiunzioni si trasformano in leggi, diventano paradossali, causando burnout o suicidi.

Gli esperti, specialisti nei rispettivi settori, spesso faticano ad adottare la visione d’insieme necessaria per analizzare le implicazioni di queste contraddizioni e concordare su una via di mezzo. Ma è questo il loro ruolo? La loro competenza spesso ignora l’accettazione sociale dei cambiamenti necessari, la variabile di aggiustamento dei compromessi, che dovrebbe essere politica e comprensibile, ma non semplicistica.

Recentemente in Europa, ad esempio, gli agricoltori di fronte a questi dilemmi hanno chiesto pacificamente, ma in modo molto visibile, ai rispettivi governi di trovare una via di mezzo, tenendo conto dei casi particolari. Ma quando questi casi particolari diventano una minoranza pubblicizzata e attiva, a volte si verificano reazioni estreme di blocco.

Noi, come cittadini, siamo anche noi confrontati con queste ingiunzioni che ci lasciano perplessi e erodono la nostra fiducia nelle istituzioni che faticano a trovare un consenso. Ciò è particolarmente vero a livello europeo, dove le direttive sono spesso interpretate in modo troppo zelante dagli Stati membri, senza una valutazione completa delle conseguenze nazionali e locali. Di conseguenza, i cittadini si sentono sempre meno ascoltati e difesi.

Cosa fare di fronte a queste ingiunzioni contraddittorie e paradossali?

Individualmente: scegliere le proprie battaglie attraverso un impegno anche minimo per una o più cause che ti stanno a cuore può servire da bussola personale. Anche il più piccolo impegno è utile, poiché non è più necessario essere un attivista per impegnarsi grazie alle numerose forme e strumenti di impegno più o meno profondi.

Ma cosa dire a livello collettivo? Per evitare ingiunzioni paradossali, abbiamo bisogno di un altro modo di governare e di principi di governance che consentano il progresso individuale e collettivo. Questo nuovo modo di governare è illustrato da siti come Make.org, ad esempio, che cerca di trovare queste vie di mezzo più equilibrate attraverso la consultazione dei cittadini su importanti argomenti dibattuti. Diventa indispensabile per ognuno di noi non esitare più a partecipare al dibattito prima che la frustrazione si trasformi in rivolta.

Infine, per i decisori, sia governativi che aziendali, ma anche per il cittadino impegnato, abbiamo bisogno di indicatori più precisi per migliorare gli incentivi verso un equilibrio collettivo. Grazie all’intelligenza artificiale e all’analisi dei dati che hanno più senso, la ricerca Wassati introduce indicatori sulla volontà di impegnarsi, su argomenti importanti e sulle emozioni per migliorare l’accettabilità sociale delle decisioni.

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